Mondiali: Bianchi 7° nel Km, Vigilia quinta nella team relay
Oggi ai Mondiali di Glasgow era la giornata di Matteo Bianchi e di Alessia Vigilia, che hanno conquistato rispettivamente il settimo posto nella prova del chilometro da fermo e il quinto nella team relay mista.
Due piazzamenti che hanno un loro peso specifico, soprattutto in termini di prestazione, anche se nel caso della bolzanina la prova offerta avrebbe meritato ben altro esito. Tradotto nel concreto, una medaglia.
Bianchi è riuscito a centrare l'obiettivo che si era prefissato, l'ingresso nella finale a otto. Il ventunenne pistard di Laives ha fatto segnare il settimo tempo in qualifica, 59”911, per la seconda volta capace di scendere sotto il muro del minuto, non lontano dal record nazionale che gli appartiene (59”661), ricordando che Matteo è l’unico italiano di sempre a essere riuscito nell’impresa.
In finale Bianchi ha provato a mettere un dente in più sulla corona anteriore: 59x14 il rapporto usato in qualifica, 60x14 nella prova che assegnava le medaglie. Non è bastato per migliorare il riscontro cronometrico: 1’00”099 per il pistard azzurro, il più giovane nel lotto dei finalisti, settimo ad appena 3 millesimi dal sesto posto. Il titolo è andato al grande favorito della vigilia, il trentenne olandese Jeffrey Hoogland (58”222).
Team Relay: la dea bendata volta le spalle all'Italia
In termini di prestazione, ha di che essere soddisfatta anche Alessia Vigilia, che però ha pure di che recriminare. La dea bendata ha voltato le spalle alla sua compagna di nazionale Silvia Persico e, di conseguenza, pure ad Alessia. Un salto di catena ha frenato la corsa delle azzurre, facendo loro perdere una trentina di secondi, quelli che le hanno separate dalla medaglia di bronzo.
La gara a squadre mista è andata in scena su un circuito cittadino di 20,15 chilometri, particolarmente tecnico e ricco di curve. Sei gli atleti schierati da ogni squadra, un terzetto maschile e uno femminile, chiamati a coprire una tornata ciascuno, per i totali 40,3 chilometri.
Mattia Cattaneo e Alberto Bettiol, dopo aver perso per strada Manlio Moro, sono comunque riusciti a far segnare un ottimo tempo. Medesima cosa, una volta persa per strada la trentina Letizia Paternoster (frenata anche da un problema a una ruota), stavano facendo Alessia Vigilia e Silvia Persico.
Quest’ultima, in seguito a un salto di catena, è stata costretta a fermarsi a cambiare la bicicletta. L’operazione è costata una trentina abbondante di secondi, fatali ai fini della conquista di una medaglia. Il titolo, per il secondo anno consecutivo, è andato alla Svizzera di Stefan Küng, Nicole Koller, Mauro Schmid, Stefan Bissiger, Marlen Reusser ed Elisa Chabbey (54’16” il loro tempo, alla media di 44,558 km/h), con Reusser vittima pure di una caduta. Argento alla Francia di Coquard, Armiral, Labous, Cordon-Ragot, Cavagna e Kerbaol (a 7”) e bronzo alla Germania, staccata di 51”, con Italia quinta a 1’17”, preceduta anche dalla Gran Bretagna.
Un vero peccato per Alessia Vigilia, che poteva festeggiare il suo ritorno in grande stile nel ciclismo iridato con la conquista di una medaglia, ma la bolzanina potrà provare a rifarsi nella gara a cronometro di giovedì.